di Zoe Polimeno, Francesca Albano
Ogni anno, si celebra la festa di San Martino: ricorrenza che dà l'opportunità alla comunità di riunirsi e celebrare le proprie tradizioni e la propria storia.
La leggenda di San Martino ricorda il gesto di un giovane soldato romano, che divise il suo mantello per donarne metà a un mendicante infreddolito.
La figura di San Martino incarna i valori di solidarietà, attenzione verso i più deboli e rinascita spirituale. Il suo giorno cade anche in un momento simbolico dell’anno: l’inizio dell’inverno.
Nel mondo contadino, l’11 novembre segnava anche la fine dell’anno agricolo: era tempo di bilanci, di assaggi del vino novello e di festeggiamenti per la chiusura dei lavori nei campi.
Da qui nasce il detto “a San Martino ogni mosto diventa vino”.
L’Istituto “Del Prete-Falcone” di Sava ha partecipato all'evento tenutosi nella chiesa di San Francesco di Sava, l’11 novembre di quest’anno.
A contribuire sono stati in particolare gli indirizzi Art, Sass e Cmb, che con degli stand da esposizione e gli interventi di alcuni alunni presenti, hanno fatto sentire la presenza della Scuola nel preservare le nostre tradizioni.
Gli alunni dell’indirizzo Artigianato per il made in Italy (Art) hanno messo a disposizione dei bellissimi abiti storici realizzati a mano, esposto i figurini degli abiti progettati e disegnati dal triennio, ispirati all’uva e il vino per l’occasione e realizzato loro stessi degli abiti ispirati al panaro.
A fare un intervento esplicativo è stata l’alunna della 5^A Art Sofia Dell’Aglio: “Per questo evento l’indirizzo Art ha realizzato degli abiti ispirati al panaro, un manufatto tipico utilizzato per la raccolta dell’uva nei campi, fatto dall’intreccio di giunchi d’ulivo e canna. Noi ragazzi abbiamo realizzato questi vestiti su un tupino nero per far risaltare l’elemento principale, intrecciato da noi con le tecniche che usava chi lavorava nei campi prima che la plastica e altri materiali sintetici sostituissero in gran parte un pezzo della nostra cultura. Oggi siamo quindi qui per onorare quest’ultima, ricordarla ed ammirarla”.
Gli alunni dell’indirizzo Biotecnologie Sanitarie (Cmb) hanno spiegato invece il processo della vinificazione, con in esposizione l'attrezzatura di laboratorio finalizzata alla distillazione e un microscopio ottico.
A fare l’intervento Matteo Ciro De Mauro e Giosuè Schiavoni, rispettivamente della 3^ e 5^A Cmb, che hanno esposto il processo della vinificazione e il suo collegamento con l’indirizzo e il processo della distillazione.
A iniziare Matteo De Mauro: “La vinificazione è un esempio di biotecnologie tradizionali, infatti in questo processo vengono utilizzati lieviti, microrganismi che presenti nella buccia dell’uva, quando questa viene pigiata e trasformata in mosto, ne permettono la fermentazione. Questa permette poi di ricavare l’alcol presente nel vino. A seconda del tipo di lievito presente il vino avrà poi caratteristiche differenti come sapore, odore e colore”.
A seguire Giosuè Schiavoni: “Il lievito che poi ci permette di ottenere il nostro amato alcol è il Saccharomyces, ma come si fa a separare il suo prodotto dal resto del mosto? Qui entra in gioco il processo di distillazione, della cui strumentazione noi siamo forniti. La struttura è composta da un “pallone” di vetro in cui si trova il mosto, e grazie a una fonte di calore posta al di sotto i suoi componenti verranno portati ad ebollizione. Infatti ogni componente del mosto ha un punto di ebollizione differente; quello dell’alcol etilico presente è circa 78-80 °C, che quando arrivati a questa temperatura evapora e viene indirizzato nel cosiddetto tubo refrigerante, un tubo di vetro che grazie a dell’acqua fredda fa condensare l’alcol facendolo tornare allo stato liquido, che verrà poi raccolto in un’ altro contenitore”.
Gli alunni dell’indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale (Sass) hanno invece organizzato uno stand, dando la possibilità con una semplice benda e un pò di curiosità di rendere le persone consapevoli e aperte al mondo della disabilità.
A presentare ciò l’alunna della 4^A Sass Luana Cosma: “Per questa occasione abbiamo deciso di simulare con un gioco la realtà di molte persone disabili. Con una benda che servirà per simulare una disabilità si incoraggerà ad usare gli altri sensi, olfatto, gusto e tatto per indovinare degli oggetti presenti all’interno di alcune scatole. Questo per far comprendere in maniera leggera la realtà in cui molte persone vivono"
A seguito degli interventi del nostro Istituto è stata poi presentata una rappresentazione teatrale organizzata per la serata dal laboratorio teatrale della proloco di Sava “Le fave nere”.
Sono state messe in atto due scene: la prima ha raccontato la storia di due “comari”, che tra un litigio e l’altro, e coi tentativi dei figli di farle riappacificare, scoprono i dolci frutti di una vite piantata nel loro giardino comune.
La seconda invece inizia con uno monologo di un vecchietto, che in procinto di cominciare la sua giornata riceve la visita di una ragazza conosciuta, e trattano insieme le tradizioni e gli usi dei tempi di lui.
A fine serata poi, il corso serale dell’Istituto Alberghiero di Maruggio ha messo in tavola dolci e cibi preparati per l’occasione, che hanno dato un finale molto soddisfacente all’evento.
La serata ha quindi riunito insieme campi e indirizzi diversi, tutti col fine di celebrare le nostre tradizioni e non farle mai scomparire.
Il “gusto” della cultura
Come accade spesso in Italia ogni occasione è buona per festeggiare con del buon cibo locale, e la festa di San Martino non è certo un’eccezione.
Ogni regione ha le sue tradizioni culinarie. Comunque sulle tavole di tutta Italia non mancano mai vino e castagne.
In Friuli, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna l’oca è il piatto forte, a cui in Alto Adige si aggiungono speck e carne affumicata. A Venezia è molto usato un dolce realizzato a forma di San Martino a cavallo in pasta frolla decorata con zucchero colorato, cioccolatini e dolciumi vari.
Nelle Marche, in particolare ad Ascoli Piceno, il giorno di San Martino si mangia tradizionalmente maiale alla brace, vino nuovo e caldarroste.
In Abruzzo, invece, si gusta la pizza coi quattrini, dolce a base di mais, ma con l’aggiunta di noci, fichi secchi e miele, nella quale è nascosta una moneta.
Nel Salento, invece, l’11 novembre si festeggia gustando le famose pittule accompagnate da vino. A Martina Franca, è una festa importante, con tanto di sagra, fiera degli animali e l’immancabile capocollo a tavola.
In Sicilia San Martino è sinonimo di viscottu o sammartini, o Sammartinelli, da mangiare rigorosamente dopo averli inzuppati nel vino dolce moscato. Gli stessi biscotti possono anche essere farciti con la ricotta di pecora e\o decorati con glassa di zucchero bianca, confetti o cioccolatini incartati.
In Sardegna, il dolce dell’11 novembre sono invece i papassinos, biscottini rustici e croccanti con uva passa, a forma di rombo, ricoperti da una glassa bianca.
Ognuno con le proprie usanze, tradizioni e piatti onora quindi a modo suo la propria cultura, che ci accomuna tutti e ci riunisce nella sua celebrazione.


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