di Rebecca Aprile, Veronica Soloperto, Giuseppe Frascella
Una rapina degna di un film, nel cuore di Parigi. Nella notte tra il 30 e il 31 ottobre, un gruppo di ladri si è introdotto nel museo del Louvre, riuscendo a portare via i gioielli appartenuti a Napoleone Bonaparte, tra i pezzi più preziosi della collezione. Un furto che ha scosso il mondo dell’arte e della cultura, non solo per il valore economico dei diamanti e delle pietre, ma per ciò che rappresentano: il simbolo di un’eredità storica e artistica che appartiene a tutti.
Parigi, capitale mondiale della moda e del design, è da sempre un luogo dove arte e lusso si intrecciano. I gioielli di Napoleone non erano solo oggetti di potere, ma vere e proprie opere d’artigianato: creati da mani esperte, da artisti del bello che, secoli fa, davano forma ai sogni attraverso l’oro e le pietre.
Ed è proprio qui che nasce il collegamento con noi studenti dell’indirizzo Artigianato per il Made in Italy dell’Istituto Del Prete–Falcone di Sava. Anche noi, nel nostro piccolo, impariamo a fare ciò che quei maestri sapevano fare: trasformare la materia in bellezza. Se un ladro può rubare un gioiello, non potrà mai rubare la creatività, la passione e l’ingegno che lo hanno fatto nascere.
L’Italia, come la Francia, è custode di un sapere antico che vive ancora oggi nei laboratori, nelle botteghe e nelle scuole. La nostra formazione è proprio questo: un ponte tra il passato e il futuro del “bello fatto a mano”, un’arte che resiste al tempo, ai furti e alle mode.
La rapina del Louvre ci ricorda che ciò che ha valore non è ciò che si possiede, ma ciò che si è in grado di creare. E noi, futuri artigiani del made in Italy, vogliamo continuare a creare bellezza vera — quella che nessuno potrà mai portare via.
In fondo, ogni epoca decide cosa valga la pena conservare. Il furto di un’opera può togliere qualcosa ai musei, ma non alla storia: ciò che l’uomo ha creato una volta, può sempre tornare a crearlo.



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