di Rebecca Pichierri, Giada Pesare
La Dirigente Scolastica Pierangela Scialpi ha illustrato i servizi e le figure di riferimento che la scuola mette a disposizione degli studenti per favorire il benessere, la tutela dei diritti e la prevenzione di situazioni di disagio o violenza. Un quadro ricco di iniziative, fatto di collaborazione, ascolto e professionalità.
Esistono figure a cui gli studenti possano rivolgersi in caso di necessità?
“La scuola propone diversi servizi per favorire il benessere, le relazioni positive e la tutela dei diritti, compresa l’educazione alla parità di genere”.
Tra le figure citate compaiono i docenti referenti per l’Educazione civica: il professor Distratis e la professoressa Abate, un numero maggiore rispetto alla media, vista la complessità e la grandezza della popolazione studentesca.
Accanto a loro opera anche il team dello sportello di ascolto, dedicato alla prevenzione e al contrasto di bullismo e cyberbullismo, guidato dal professor Blasi e dalla professoressa Coppola. Questi docenti gestiscono colloqui e attività di supporto rivolti agli studenti che vivono situazioni di disagio.
Sono previsti percorsi formativi rivolti al corpo docente?
“La scuola prevede attività per sviluppare competenze che possano avere una ricaduta positiva sugli studenti”
Questi corsi includono temi come la parità di genere, le relazioni positive e la gestione di situazioni delicate. Non tutti gli insegnanti partecipano sempre, ammette la preside, ma l’offerta formativa è stabile e strutturata all’interno del piano annuale della scuola.
La scuola, pur non disponendo di psicologi interni, ha sempre fatto affidamento su una rete di enti territoriali?
“La collaborazione con i centri antiviolenza e con realtà specializzate è fondamentale. La scuola da sola non può gestire tutto, ma lavorare in sinergia permette di affrontare efficacemente questi casi”.
Un esempio recente è stata l’iniziativa con la dottoressa Francesca Marrazzo, che gli studenti hanno incontrato durante un’attività formativa.
Chiedere aiuto: come fare?
Una delle questioni più delicate riguarda il modo in cui gli studenti possono avvicinarsi ai servizi di supporto senza timore o imbarazzo. La preside assicura che la scuola fornisce informazioni attraverso circolari e comunicazioni ufficiali, ricordando sempre che i colloqui sono completamente riservati: i docenti che gestiscono lo sportello rispettano il segreto professionale.
È stato inoltre attivato da quest’anno un ulteriore strumento: una casella di posta elettronica anonima, pensata per permettere agli studenti più timidi o spaventati di segnalare situazioni difficili senza esporsi direttamente.
Nonostante ciò, la dirigente riconosce che «alcune volte i ragazzi restano comunque restii ad aprirsi». Per questo invita non solo i docenti, ma anche gli stessi studenti, a prestare attenzione ai segnali di disagio dei compagni, diventando un ponte verso l’aiuto e contribuendo a creare una comunità scolastica più attenta e solidale.


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