di Francesca Albano, Arianna Leo
Il 4 novembre si celebra il “Giorno dell’Unità Nazionale” e la “Giornata delle Forze Armate”, in ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale e della vittoria italiana.
Questa giornata fu istituita per la prima volta nel 1922 e fino all’anno scorso si chiamava ufficialmente solo “Giorno dell'Unità nazionale”. Poi la novità: nel marzo scorso una nuova legge ha istituito la “Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate”.
La battaglia di Vittorio Veneto o terza battaglia del Piave fu l'ultimo scontro armato tra Italia e Impero austro-ungarico nel corso della Prima Guerra Mondiale. Si combatté tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918 e dopo pochi mesi ci fu la fallita offensiva austriaca che si era conclusa con un grave indebolimento della forza e della capacità di combattimento dell’esercito.
L’Italia il 4 novembre ricorda l’Armistizio di Villa Giusti, un documento che sancì la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale.
L’impegno militare lungo il confine fu la testimonianza di quel profondo sentimento di amor di Patria che animò i nostri soldati e gli Italiani in quegli anni.
L’Italia dimostrò di essere una Nazione e alimentò questo senso di appartenenza con la tenace resistenza sul Grappa e sul Piave.
Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il 4 novembre 1921, ebbe luogo il seppellimento del “Milite Ignoto”, un soldato anonimo, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma.
Con il Regio decreto del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale.
In occasione del 4 novembre e nei giorni immediatamente precedenti, le più Alte Cariche dello Stato rendono omaggio recandosi nei Luoghi della Memoria.
Le Forze Armate onorano il sacrificio di oltre seicentomila Caduti e di tante altre migliaia di feriti e mutilati. Il significato del ricordo della Grande Guerra non è quello della celebrazione di una vittoria, ma è quello di aver difeso la libertà, raggiungendo una unità tanto difficile quanto fortemente voluta.
Questa giornata vuole sollecitare la memoria di tutti, ma, in particolare, quella di noi giovani, per non dimenticare cosa hanno costruito i nostri antenati. Attraverso manifestazioni, come quella avvenuta a Sava, il 4 novembre scorso, i ragazzi divengono più partecipi e curiosi di scoprire e capire la nostra storia.


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